Chi di voi non conosce la canzone Giro Giro Tondo? Penso che tutti la sappiate benissimo e, se vi dico che c’è una mostra che si chiama cosi, secondo voi a cosa si riferirà?
Ovviamente ai bambini e al mondo di bambini. Al Triennale di Milano il 1 aprile è stata inaugurata la mostra Giro Giro Tondo – Design for children. Una mostra che vi aspetta fino al 18 febbraio del 2018 e, se siete di passaggio, fermatevi e date un’occhiata che se lo merita. Ancora meglio se siete in compagnia dei vostri bambini, che di sicuro, una volta entrati, non vorranno più uscirne.
Ho visitato la mostra una decina di giorni fa e già l’entrata prometteva bene. Dietro a tutto ciò c’è il direttore artistico Stefano Giovannoni, che ha pensato bene di fare l’ingresso sul naso del personaggio furbetto di Quadratino ( Quadratino, personaggio inventato nel 1910 da Antonio Rubino ). Una volta entrata, mi sono trovata in una sala semi buia, dove mi sono sentita come se fossi entrata in una fiaba. La mostra è divisa in sei sezioni che sono tematiche; “Arredi” a cura di Maria Paola Maino; “Giochi” curata da Luca Fois con Renato Ocone; “Architetture” di Fulvio Irace; “Segni” a cura di Pietro Corraini; “Animazioni” di Maurizio Nichetti, e “Strumenti” a cura di Francesca Balena Arista.
Tra gli arredi di una volta, cavallini a dondolo e vari giochi ormai dimenticati, si arriva ad una vetrina grande dedicata a Pinocchio. Si possono ammirare tantissimi burattini in legno e plastica che a tutti noi fanno ricordare la famosa favola di Carlo Collodi. Di sicuro non può passare inosservata la balena rosa gigante, dove all’interno ci si può sedere e guardare i cartoni animati. Ma i bambini si possono fermare anche nella area dei libri fino ad arrivare allo spazio dove possono divertirsi con il lego e dove possono svagarsi.
Una mostra che è stata pensata sia per noi grandi perché ci riporta alla nostra infanzia, che per i bambini che, con tutte le tecnologie che ci sono oggi, possono vedere il mondo dei giocattoli di una volta. Una mostra a misura di bambini che io questa volta ho visitato da sola, ma la prossima volta, di sicuro, mi accompagnerà Mario.