Il post di oggi è diverso da tutti gli altri che ho scritto fino ad ora, oggi infatti si parla di libri. Adoro leggere i libri, ma, purtroppo, da quando c’è Mario, non riesco più a leggere come prima. Negli ultimi mesi ho letto davvero pochi libri, ma di uno di questi vorrei oggi parlarvi. Non è un libro qualsiasi, è diverso da tutti gli altri che ho letto prima. Più che un libro è un diario di due persone che si sono conosciute grazie alla loro comune passione: la cucina. 🙂
Chef&Gourmet è il diario di Nicola Batavia, lo chef imprevedibile e creativo e di Massimo Roscia, lo scrittore appassionato gourmet. Il libro inizia con il racconto di Massimo che viene per la prima volta nel ristorante di Nicola e racconta, dal suo punto di vista, quella serata; e poi c’è Nicola che racconta quella serata molto movimentata dal suo punto di vista. Il momento più interessante di quella serata senza dubbio è quando Massimo, durante la cena, chiede di andare a salutare lo chef (cosa che di solito accade dopo la cena), lo chef, di fronte a questa richiesta, rimane disorientato ma alla fine accetta la richiesta di Massimo, che lo raggiunge in cucina dove al primo sguardo si studiano e si osservano ed anche si abbracciano! 🙂 Quella sera era cruciale per loro due, così era iniziata la loro amicizia e così è nato anche questo libro. Ogni capitolo di questo diario inizia con una data nella quale prima Massimo e poi Nicola raccontano le loro vicende, e poi si conclude con tre ricette di ciascuno. Nel terzo e quarto capitolo troviamo i due protagonisti bambini, mentre Massimo raccoglie i funghi nel bosco con i genitori (Massimo è una enciclopedia umana dei funghi già all’età di 8anni!), Nicola invece festeggia la giornata del suo compleanno con i genitori, la sorella, la nonna, gli zii, le zie ed i cugini. Nel quinto capitolo Massimo torna nell’ anno 1982 , nel quale ha scoperto il gusto di mangiare. Per quasi 12 anni ha mangiato pochissime cose e in quell’anno scopre il vero gusto del pane e il fatto che il pane non è fatto solo di mollica. Nel quinto capitolo Nicola parla del suo terzo anno all’istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione “Giuseppina Colombatto” di Torino. Nicola, già da bambino, sapeva cosa voleva diventare da grande ed in questo capitolo in particolare si avverte la sua grande voglia di diventare uno chef. Aveva una grande voglia di imparare ed uno dei suoi professori gli aveva annunciato che un giorno sarebbe diventato un grande chef. Nel 1992 le strade di Massimo e Nicola si incrociano, tutti e due sono a Londra, mentre il primo è venuto per imparare l’inglese, l’altro lavora nel ristorante Mario’s a Londra. E proprio nel sesto e settimo capitolo ciascuno di loro due parla della propria esperienza londinese, accennano anche ad un loro primo incontro, che, guarda caso avviene una sera mentre Massimo sta tornando a casa.. Cosa succede da qui in poi dovete leggervelo da soli 🙂 Il libro non finisce qui, ma ci sono gli ultimi tre capitoli dei quali non vi dico nulla, se no chi poi leggerà il libro? 🙂 Lo chef ha ritirato tutte le copie dei libri (anche se su Amazon circola ancora qualche copia 🙂 ) e se per caso vi interessa avere una copia, allora dovete passare per il suo ristorante Birichin a Torino, dove tiene qualche copia di questo libro oppure contattarlo e lui ve la spedisce.
Volevo concludere la recensione in una maniera diversa come fanno gli altri, e a ciascuno dei due protagonisti ho mandato alcune domande alle quali hanno risposto. Qui sotto potete leggere la mini intervista che ho fatto a Massimo e a Nicola, ai due protagonisti e scrittori di questo diario gastronomico.
D: Come mai hai scelto di scrivere il libro con lo chef Nicola Batavia?
MASSIMO: Non sono stato io; è stato il libro a scegliere noi. Quell’ammasso informe di pagine bianche non riusciva a capacitarsi di come io e Nicola, pur non conoscendoci ed essendo caratterialmente assai diversi, fossimo, attraverso il cibo (e tutti i valori, simboli, significati ed emozioni a esso correlati), così ontologicamente vicini. È stato allora che – probabilmente per sfida o per gioco – sulle pagine sono magicamente comparsi i primi grafemi, poi le parole e, infine, intere proposizioni, quasi sempre di senso compiuto.
D: Se potessi scegliere solo un capitolo della tua vita che hai descritto nel libro, quale sceglieresti?
MASSIMO: Per evidenti motivi anagrafici, quello ambientato a Londra, quando avevo pochi anni (venti), pochissimi pensieri e nessun capello grigio. In ogni caso, a distanza di lustri continuo coerentemente e ostinatamente a comportarmi da irresponsabile adolescente, ad ascoltare i Massive Attack e a calzare Doc Martens.
NICOLA: Scegliere un capitolo? Ne sarebbero due, ma tendenzialmente difficile dirlo perché sono i momenti importanti della mia vita. Quello quando ero piccolo, la giornata del mio compleanno, ma anche il capitolo londinese. Sono e sarò sempre innamorato di Londra, per me è la città dove io volevo vivere da sempre.
D: Invece, se dovessi scegliere solo una ricetta, quale sceglieresti?
MASSIMO: Il libro ha un impianto duale; due autori, due storie, due protagonisti… E quindi anche le ricette che ho scelto non possono che essere due: l’insalatina di coralli e scampi di Nicola e la crema al limone di mia madre.
NICOLA: La ricetta,come nella domanda precedente, difficile scegliere solo una. Queste ricette sono state inserite tramite emozioni e mi ricordano la mia crescita.
D: Era il 2005 quando per la prima ti incontrasti con Nicola Batavia/ Massimo Roscia. Da allora sono passati più di dodici anni e il vostro rapporto a oggi com’è?
MASSIMO: Da quel giorno io e Nicola siamo legati da uno straordinario affetto che, a causa dell’incessante peregrinare di entrambi e delle rispettive agende sempre più dispotiche, manifestiamo telefonicamente, telematicamente e telepaticamente. Purtroppo non riusciamo a incontrarci troppo spesso, ma la nostra amicizia è di autentico adamantio. Altro che le ossa di Wolverine!
NICOLA: Dal 2005…si sono passati molti anni, fino ad anni fa ci siamo anche visti diverse volte. È rimasta una grande amicizia e un grande rispetto per il lavoro di entrambi, ogni tanto ci sentiamo via sms, ma è rimasta questa grande amicizia!
D: Descrivi Nicola Batavia/Massimo Roscia con una parola.
MASSIMO: Piterpàn (scritto così, con grafia errata e tutto attaccato).
NICOLA: Instancabile.
D: Per concludere hai qui spazio per dire a Nicola/Massimo qualsiasi cosa tu voglia.
MASSIMO: Fratello, inizia a mettere in fresco una bolla. Mi raccomando: di quelle buone. Sto arrivando.
NICOLA: Massimo questo libro non è solo una pagina piena di scrittura ma l’incontro tra due grandi amici, un racconto che rimane indelebile. Ho gli amici che ogni tanto lo leggono e lo rileggono e ancora oggi è talmente moderno perché è una storia vera di due grandi amici che si sono incontrati, ti saluto e spero di incontrarti alla mia tavola nuovamente.