Natale ortodosso, un Natale diverso

Sono nata in Bosnia, in una famiglia di religione ortodossa, ma appena ho compiuto due anni sono venuta in Slovenia, dove ho vissuto fino a 12 anni fa. Per me Babbo Natale arrivava il 25 di dicembre, mi portava i regali ma non festeggiavamo mai il Natale il 25 di dicembre. Nella nostra casa si è sempre festeggiato il Natale ortodosso, che cade il 7 di gennaio.

Ci sono tante usanze che i miei parenti ancor oggi seguono. L’ultima volta che ho festeggiato il Natale da mia nonna era 15 anni fa, e giù, in Bosnia, è tutto diverso: c’è un’altra aria ma comunque anche in Slovenia i miei genitori sono riusciti a creare l’atmosfera natalizia che c’è da mia nonna. Non mi hanno mai mandata a scuola per il 7 di gennaio e ovviamente io non mi lamentavo. 🙂 Siccome spesso mi hanno chiesto di raccontare come festeggiamo noi il Natale, ho deciso di scrivere questo post, nel quale vi racconto il Natale che si festeggia in Bosnia o in Serbia e poi vi racconto anche come si festeggia a casa dei miei genitori.

Prima di tutto: perché si festeggia il 7 di gennaio? La chiesa ortodossa continua ad utilizzare il calendario giuliano e non quello gregoriano. Il Natale è un momento di cambiamento della natura, la fine di un ciclo che è durato un anno e l’inizio di un nuovo periodo vegetativo. Dal 28 di novembre al 6 di gennaio c’è il digiuno che dura 40 giorni, con il divieto tassativo di cibarsi di carne, latticini e derivati vari; il digiuno non è totale, si può mangiare il pesce il mercoledì ed il venerdì . Nel giorno della vigilia, invece, il digiuno diventa rigidissimo e prevede il consumo di cibo “socivo” ovvero grano lesso e frutta. La mattina della vigilia un membro della famiglia va nel bosco e porta a casa un ramo di quercia giovane, ma solo alla sera lo si mette all’interno della casa. Alla vigilia si restituiscono tutte le cose imprestare e si saldano tutti i debiti. I rami di quercia vengono decorati con le caramelle e la frutta secca, e sotto questi rami si mettono i regali. Quando nella casa si portano i rami di quercia, si porta anche della paglia. La paglia si mette sotto il tavolo, sul quale si mangia e rimane lì fino al capodanno ortodosso che è il 13 di gennaio. Di sicuro vi chiederete perché la paglia :perché Gesù è nato sulla paglia. Una volta si mangiava anche alla viglia direttamente sulla paglia. E per i bambini si nascondevano dei soldi, le caramelle e la frutta secca nella paglia, e nel giorno di Natale i bambini cercavano i doni. Alla sera della vigilia, nella casa si portava il maialino allo spiedo, che si mangiava il giorno di Natale. A Natale si fa il pane che poi il padrone di casa insieme alla figlia o al figlio lo gira tre volte, dalla parte sinistra verso la parte destra. Ciascuno tira un pezzo ed alla fine ognuno degli ospiti riceve un pezzo di pane. Quando si prepara questo pane viene messa dentro una moneta, che poi, chi la riceve se la porta dietro come portafortuna per tutto l’anno. Nella chiesa si va alla vigilia verso le 18.00-19.00 e poi, nella mattina di Natale, verso le 04.00-05.00 e poi verso le 11.00. Per il pranzo di Natale, sul tavolo si dispone tutto il cibo, si accende la candela (fatta con la cera d’api), il padrone di casa, con l’incenso, benedice il tavolo e tutti gli ospiti ed i famigliari che sono riuniti in casa. Il saluto che si fa quando si chiama un amico od un famigliare, oppure quando si viene in casa di qualcuno è: “Hristos se ridi!” ( Cristo nasce) e l’altro risponde “Vaistinu se rodi!” (È nato davvero!) Per il Natale non si esce dalla casa ma si aspettano gli ospiti. Il Natale per gli ortodossi è la festa più gioiosa di tutte le feste.

Nella casa dei miei genitori si festeggia invece così: Mio papà si procura un ramo di quercia che lo mette in casa. Per la vigilia c’è il digiuno, che io non ho mai praticato, perchè non riesco a rinunciare ad alcune cose 🙂 Per Natale invece mia mamma prepara il pane. Vengono gli ospiti ed i famigliari. Tutto viene servito sul tavolo, dove c’è anche la candela e mio papà, con l’incenso, benedice il tavolo e gli ospiti. Lui ed io giriamo il pane e lo tiriamo dividendolo tra gli ospiti. Tutto l’ insieme del pranzo dura ore ed ore. Non si mette niente via dal tavolo finché gli ospiti non se ne vanno a casa.

Ecco, questo è il nostro Natale ed oggi lo festeggiamo dai miei genitori come ogni anno:”Hristos se rodi!”

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